29 maggio 2011

Much Ado About Nothing

Much ado about nothing.
Molto rumore per nulla.
William Shakspeare.
Sisi, proprio lui, il bardo di Stratford-upon-Avon, detto anche il posto impronunciabile... 
comunque lui, quello li, tutti lo abbiamo studiato, acuni lo hanno odiato, altri o amano tutt'ora. io faccio parte dell'ultimo gruppo. 
ora, molto rumore per nulla.
vista tre volte in una settimana.
sisi come i maniaci.
la prima volta:
al Globe theatre, con tanto di musicisti con strumenti finta epoca sul palco, gesti che finchè non li ho visti neanche ricordavo, costumi dall'odore di armadio invecchiato. emozionante. fuori dal tempo. posto da popolana, in piedi, appoggiata al paco, a guardare gli attori dal basso in alto che quasi ti viene il torcicollo.
Benedict che guarda imbarazzato Beatrice e a occhi bassi con una tempistica lunga per scandire le parole bene in modo che prendessero corpo e che venissero recepite, dice "I do love nothing in the world so well as you.- is not a strange?".
un teatro che sospira all'unisono. giovani e meno giovani con occhi languidi e trasognanti che guardano lei con aspettativa e invidia.
si invidia, come se nella pausa fra la battuta di lui e la risposta di lei si rendessero conto che non hanno mai avuto un momento così romantico in tutta la loro vita e che un Benedetto così loro non lo incontreranno mai, perchè dopo che hanno visto lui tutti gli atri uomini appaiono come dei bifolchi. solo Shakspeare può riuscire in un impresa simile. perchè se andiamo a ben vedere, un uomo che ti guarda e pronuncia timidamente "non c'è niente al mondo che amo più di te. - pausa - non è strano?", può ottenere solo un paio di reazioni che sono: una sonora risata, nella migliore delle ipotesi, o un sopracciglio alzato e talmente tanta perplessità nello sguardo che acquista volume fisico, diventa tangibile, quasi si mette a parlare. non regge. se lo scrive il bardo invece, diventa romantico. il contesto, la tempistica, perchè non è il momento in cui ti aspetteresti una frase simile. voglio dire, lei è in lacrime per via della cugina, lui prova a consolarla, lei tira fuori rabbia verso Claudio, un imbecille che quasi non ce n'è, la stupidità personificata e lui, Benedetto la guarda e dal niente ti tira fuori una frase così. che inglese suona meglio. e si un pò Beatrice senza fiato rimane. e tu con lei. ai giorni nostri non reggerebbe, ma niente della storia risulterebbe credibile. non vi faccio spoiler se non la conoscete che magari vi viene la curiosità di andarla a vedere. merita. 
anyway, dicevo, prima di perdermi, che sono andata a vederla tre volte in una settimana. quella di cui sopra e poi due volte, si avete letto bene, ieri e oggi, per essere precisi, nello stesso teatro con la stessa compagnia... c'era Tennant che faceva Benedict. questo è stato il motore per il primo biglietto acquistato d'impulso. stasera ci tenevo a rivederla. 
ok lui è uno di quegli uomini dinoccolati, alto, che pesa 40 kg bagnato, con gli occhi che ti ci puoi perdere dentro da quanto sono grandi e io personalmente, li ho trovati tristi. ma tristi malinconici, che è n pò il genere che piace alle donne, siamo oneste. l'insieme, almeno a me, scatena tenerezza da una parte e ormone selvaggio su di un cavallo al galoppo che vi lascio immaginare.
per cui lo vedo in cartellone e si compro il biglietto. 
ambientanzione anni 80, pieni pieni, con tanto di pianola casio, festa in piscina e musica d'annata. lui, che per me può dire quello che vuole che suona comunque bene, in un fiato solo si dichiara a Beatrice. con a pausa che diventa una pausa comica, tanto che ala risposta di lei, il teatro scoppia in una sonora risata. fa effetto lo stesso però, ecco, come dire, la reazione è n pò diversa. io patisco le trasposizioni. voglio dire è stata scritta alla fine del '500, perchè devo ambientarla in una famiglia stie soap opera, togliere il fratello del suocero di Claudio, metterci la moglie e cambiare qualche battuta per combaciare il tutto? hai già un testo che va via da solo, si inscena da solo, fa tutto lui, tu devi solo indicargli chi interpreta chi e lui pensa al resto. perchè? dimmi perchè?
comunque sia, tutta la compagni bravissima, i due protagonisti brillanti e divertenti. e non lo dico solo perchè ho una certa passione per Tennant. obiettivamente è proprio bravo bravo bravo bravo... bravo...
stasera, sono andata a vederla ancora perchè in fondo quel romanticismo che se ci cado dentro dal vivo mi procura perplessità, a teatro mi fa fare proprio "ohhhh", ma di quelli belli. mi lascio rapire dal testo e quando finisce ci resto pure male. e lo so che le commedie in questione sono tutte uguale, è palese che abbiano lo stesso identico schema, però non ci riesco a fare nulla, mi lascio trasportare, nei tormenti di amleto, nel dolore di tito, nella voglia di rivalsa di shylock, nei sogni di una notte di mezz'estate.
non c'è niente da fare, è morto da 400 anni abbondanti ma procura ancora emozioni nuove ogni volta.
semplicemente unico. perchè come scriveva lui non ne ho più trovati...
si ho aspettato entrambe le sere Tennant fuori dal teatro, vi dico solo che ho fatto amicizia con una delle maschere, Steve, da quanto tempo ci ho passato in due giorni li intorno... però è bello sentirsi ancora un pò stupidi, come quando si era ragazzini... fa sorridere sempre e sorridere fa proprio bene al cuore...

17 maggio 2011

"strappami il cuore e getta il mio fegato ai cani"

- come stai?
-ma che domande fai? lo sai che odio le domande stupide.
- no veramente come stai?
- domanda retorica o reale interesse?
- ora sei tu che fai domande stupide
- non dire idiozie, hai iniziato tu.
- ok ma tu non divagare e rispondi, se no è inutile che siamo qua
- ah allora lo fai per quello, per fare conversazione
- ma quanto sei stupida? ho chiesto come stai
- ok cito un film "strappami il cuore e getta il mio fegato ai cani"
- mmm, lo prendo come un "potrebbe andare meglio"?
- stupido
- anche tu, Sheakspeare in love non è proprio una grande citazione, mi aspettavo di meglio.
- vedi è questo il problema, l'aspettativa, voglio dire, dimmi cosa vuoi sentirti rispondere, qual'è la citazione che preferisci e verrai accontentato.
- polemica, come al solito. tu come stai?
- "non è cambiato niente il tempo no..."
- no dai Baglioni è troppo anche per te, su sii seria
- è una domanda che odio, lo sai bene che la trovo una domanda subdolamente inutile.
- ok proviamo così, in quale fase di rinascita sei?
- mmm iniziamo a metterla sul filosofico... lo sai che non riesco a resistere a certe cose
- pare che sia l'unico modo per conversare con te... istigarti un pochino...
- ok rispondo, senza citazioni di bassa lega.
 sono come un Baglioni con la filamornica di londra...
- lascia Baglioni dove sta
- ok ok. ma come sei tignoso oggi
- sempre stato e lo sai
- ti direi triste
- il mio essere tignoso?
- no imbecille. ma non rende l'idea. perchè non è realistico, se fossi una canzone dei pink floyd ti direi confortably numb, ma poco confortably... apatica e profondamente triste. sono un pozzo di tristezza. di quelli senza fondo. mi hanno detto che devo confidare in dio. ho risposto che agli amici immaginari ho rinunciato in infanzia. anche il mio amichetto immaginario aveva fattezze reali, era un pupazzo. era tangibile. per cui no in dio proprio non ci riesco a credere e mi vien da ridere al solo pensiero di rivolgermi a lui. a parte che non mi ci vedo proprio a parlare con il nulla.
sto. ecco si rende l'idea, sto. se c'è la luce è giorno, suona la sveglia devo andare al lavoro, se è buio è sera. niente da dire, niente che abbia voglia di ascoltare. trovo tutto stupido. inutile.
come sto? annego nella tristezza che non so tramutare in parole.
- direi che non va male, ti ho visto peggio in questi anni
- anche tu hai ragione ma sottovaluti che stiamo invecchiando, sono un pò stanchina
- lo siamo tutti, tu semplicemente ora accusi un pò di più
- si va bene però... come dire... un attimo di tranquillità speravo di essermelo meritata...
- fai un viaggio, è quello che fai sempre e di solito ti aiuta a respirare
- parto presto, non te lo avevo detto?
- no ma lo immaginavo
- che bravo che sei
- lo so
- imbecille
- però hai sorriso
- un pochino. ho voglia di respirare
- lo so e vorrei poter far qualcosa
- ti ringrazio ma lo sai, un giorno parto, sto via un pochino e poi torno. e una mattina mi sveglio e sembra tutto lontano e si ricomincia con voglia di guardare cosa offre il giorno.
- si lo so. per ora ti meriti di prenderti il tempo che vuoi e di lasciarlo semplicemente passare.
- si per ora non voglio far altro, far trascorrere il tempo
- cazzo se è tardi
- uh si hai ragione, non ci avevo fatto caso
- questa volta ti sei meritata il caffè, tocca a me
- va bene ma solo perchè non ho il tempo di discutere, sono indietro di due
- bene, vuol dire che è un buon periodo per me, mi piace
- vecchio imbecille
- no dai vecchio no
- ok solo imbecille
- ci sto piccola stupida
- no dai stupida no
- si anche tu hai ragione, io però contesterei anche il piccola
- dai su che è tardi
- si dai ci vediamo presto promesso?
- appena torno, promesso.